Continuare a creare sicurezza attraverso il partenariato

  • 01 Jan. 2004 - 01 January 0001
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  • Last updated 04-Nov-2008 00:32

Robert Weaver analizza le sfide che fronteggiano i partenariati della NATO dieci anni dopo la creazione del Partenariato per la Pace.

Il futuro sviluppo delle relazioni tra la NATOed i paesi partner costituirà il principale argomento in programmanel vertice dell'Alleanza di Istanbul alla fine di giugno.L'obiettivo originario della politica di partenariato della NATOera quello di abbattere le barriere tra antichi avversari e crearesicurezza attraverso il dialogo e la cooperazione. Gli attualiobiettivi del partenariato sono molto più ambiziosi: i paesipartner sono ora impegnati con la NATO nell’affrontare le sfidealla sicurezza del XXI secolo.

Lo sviluppo del partenariato va di pari passocon la trasformazione della NATO. In ogni area – che si tratti dieffettuare difficili missioni di mantenimento della pace o diaffrontare le nuove minacce alla nostra comune sicurezza, come ilterrorismo e la proliferazione di armi di distruzione di massa – ipartner svolgono un importante ruolo sia nel determinare che nelcontribuire ad attuare le risposte della NATO a queste nuove sfide.Anche il consiglio e l’assistenza della NATO, forniti mediante imeccanismi del partenariato, sono divenuti indispensabilinell'aiutare i partner ad affrontare importanti aspetti delleriforme.

La NATO si consulta regolarmente con i suoipartner nell’ambito del Consiglio di partenariato euro-atlantico(EAPC), che fornisce la struttura politica generale per lerelazioni con i partner. Ciascun partner è anche in grado distabilire un rapporto individuale con l'Alleanza tramite ilPartenariato per la Pace, un programma di attività pratiche tra lequali i partner possono scegliere le loro priorità nel campo dellacooperazione. Questi due meccanismi essenziali di partenariato sisono trasformati in fondamentali elementi permanentidell'architettura di sicurezza euro-atlantica.

Perché il partenariato conservi il suodinamismo e la sua importanza per l'Alleanza, deve esserecontinuamente adattato per far fronte alle priorità in evoluzionedella NATO. Siccome la NATO è un importante protagonista dellasicurezza, è naturale che i partner desiderino sviluppare unostretto rapporto con l'Alleanza. Ma il partenariato deve ancherimanere una proposta attraente per i partner, e continuare adaiutarli a conseguire le loro aspirazioni. Mentre la NATO ed i suoipartner si preparano per il vertice di Istanbul alla fine digiugno, molte sfide devono essere affrontate.

Innanzitutto, è mutato l'equilibrio delrapporto tra alleati e partner. Il 29 marzo, sette paesi partner -Bulgaria, Estonia, Lettonia, Lituania, Romania, Slovacchia eSlovenia - sono diventati membri dell’Alleanza. Per la prima volta,la NATO ha ora più membri (26) che partner (20). Gli alleati devonoperciò essere preparati ad assumere un ruolo sempre più attivo perassicurare che il partenariato rimanga pulsante. È anchel'occasione per riesaminare quali priorità dovremo perseguireinsieme attraverso il partenariato.

In secondo luogo, i partner costituiscono ungruppo non omogeneo che include paesi strategicamente importantidel Caucaso e dell’Asia centrale, come pure paesi non allineatidell'Europa occidentale. Tutti questi paesi hanno esigenze easpettative di sicurezza assai diversi, il che fa sì che varierannole loro priorità ed i loro obiettivi nel perseguimento delpartenariato. Il partenariato deve essere abbastanza flessibile pertener conto di ciò.

Per i paesi del Caucaso e dell’Asia centrale,per esempio, gli strumenti del partenariato devono aiutarli aperseguire le loro iniziative di riforma. Data la competenzadell'Alleanza nella riforma della difesa, e l'esperienza acquisitacon i nuovi membri attraverso il Piano d’azione per l’adesione,l’aiuto alla riforma della difesa e delle strutture militaricostituirà una parte fondamentale di questo processo.

Ma per rispondere meglio alle esigenze diriforma, il partenariato deve anche aiutare ad affrontare altriimportanti settori delle riforme interne. Per fare ciò, la NATOoffre ai partner un meccanismo noto come il Piano d’azione dipartenariato individuale, o IPAP, che è concepito per riunireinsieme tutti i vari meccanismi di cooperazione tramite i quali unpartner interagisce con l'Alleanza e per concentrare l’attenzionesulle riforme interne. L'IPAP dovrebbe stabilire chiaramente lepriorità di cooperazione del singolo partner, e assicurare che ivari meccanismi in uso corrispondano esattamente a questepriorità.

Al momento, numerosi paesi hanno mostrato unvivo interesse per questa iniziativa, e la Georgia è stata la primaad avviare il processo quando, il 6 aprile, il Presidente MikhailSaakashvili ha consegnato il Documento di presentazione del suopaese alla NATO (per ulteriori dettagli su questo ed altrimeccanismi, si veda Comprendere l’insieme degli strumenti delPfP di Susan Pond in questo numero della Rivista dellaNATO).

Mentre alcuni partner sviluppano le lorostrutture e capacità di difesa, altri possono offrire significativeforze alle operazioni a guida NATO. I soldati svedesi, per esempio,hanno svolto un ruolo particolarmente importante nel ripristinarel’ordine in Kosovo dopo la ripresa delle violenze in marzo. Perquesti partner è di particolare importanza che i meccanismi delpartenariato della NATO continuino a dar loro voce nel processodecisionale della NATO, così da poter influenzare la preparazione ela condotta di missioni cui partecipano, o nelle quali potrebberodesiderare di svolgere un ruolo.

In terzo luogo, il partenariato ha bisogno dimantenere il ritmo della trasformazione della NATO. La lotta controil terrorismo costituisce ora una delle maggiori prioritàdell’Alleanza. Gli attacchi dell’11 settembre 2001 contro gli StatiUniti hanno condotto per la prima volta ad invocare l’articolo 5della NATO. Nei giorni successivi, i 46 membri dell'EAPC hannocondannato incondizionatamente gli attacchi su New York eWashington DC e si sono impegnati a fare tutto il necessario percombattere la piaga del terrorismo. Poiché gli stessi partner sonodivenuti vittime di attacchi terroristici, condividonol'aspirazione della NATO di rafforzare la cooperazione nella lottacontro il terrorismo.

L’attività pratica in questo campo continueràattraverso il Piano d’azione del partenariato contro il terrorismo.Questo è volto a promuovere e facilitare la cooperazione fra statidell’EAPC attraverso la consultazione politica e programmi praticida effettuarsi sotto gli auspici dell'EAPC e del Partenariato perla Pace (per saperne di più sul Piano d’azione del partenariatocontro il terrorismo, si veda Collaborare con i partner per combattere il terrorismo di Osman Yavuzalp nel numero della primavera 2003 della Rivista della NATO).

Per affrontare le nuove minacce, ed attuarel’intera gamma delle missioni, i leader della NATO si sonoimpegnati a rafforzare le capacità militari dell’Alleanza. Le forzealleate devono essere in grado di muoversi rapidamente ovunquesiano necessarie e di sostenere operazioni lunghe e a distanza, edanche in un contesto dove potrebbero trovarsi di fronte a minaccenucleari, biologiche e chimiche.

Se i partner desiderano contribuire alle piùimpegnative missioni a guida NATO, allora devono anche mettere incampo forze in grado di affrontare queste esigenze. Il Processo dipianificazione e di riesame (PARP) è stato a lungo il mezzo perpreparare i contributi dei partner alle missioni mediante losviluppo di appropriate capacità in base agli standard della NATO.Questo processo è venuto ad assomigliare ancor più al Processo dipianificazione della difesa della NATO, e deve continuare allostesso modo per assicurare che i partner possano contribuire allemissioni nella maniera più efficace possibile.

Forse il coinvolgimento dell'Alleanza inAfghanistan costituisce l'esempio più significativo del modo in cuila NATO si è evoluta negli ultimi anni. Dall’agosto 2003,l'Alleanza ha guidato la Forza internazionale di assistenza allasicurezza (ISAF) per aiutare a riportare la pace e la stabilità inAfghanistan ed assicurare che il paese non venga più utilizzatocome base dai terroristi.

Operare in Afghanistan, così lontano daltradizionale ambito geografico della NATO, sottolinea le ragioniper cui il partenariato è così importante per l'Alleanza, ed ancheperché l'Alleanza deve prestare maggiore attenzione alle esigenzedei suoi partner dell’Asia centrale. Attualmente, otto partner sonorappresentati nella missione, gran parte dei quali forniscepreziose forze specializzate, come squadre di polizia militare esquadre per lo sminamento. Queste capacità sono di solito dimodesta entità, ma costituiscono un’importante componente dellaequilibrata struttura delle forze, indispensabile per il successodi qualsiasi operazione.

I paesi partner dell’Asia centrale sono statidi grande aiuto nell’assicurare l'approvvigionamento logisticodelle forze di ISAF, dato che gli equipaggiamenti devonoattraversare molti paesi partner prima di arrivare in Afghanistan.Le relazioni sviluppate attraverso il Partenariato per la Pacehanno consentito agli alleati di stabilire degli accordi bilateraliper il transito dei materiali attraverso questi stati e per lostazionamento di truppe ed approvvigionamenti sul loroterritorio.

Data l’eterogenea composizione etnicadell’Afghanistan, molti partner dell’Asia centrale hanno ancheinfluenza su importanti personalità locali, cui possono rivolgersiper sostenere gli obiettivi di ISAF. Per effetto di questi varifattori, gli stati dell’Asia centrale, un tempo considerati aimargini dell'area euro-atlantica, ora costituiscono un’importanteregione contigua all'Alleanza – e il partenariato dovrebberispecchiare questa rafforzata importanza.

Il partenariato deve essere continuamenteadattato per far fronte alle priorità in evoluzione dellaNATO

In quarto luogo, il partenariato deve restareaperto a nuovi membri. Sia Bosnia Erzegovina che Serbia eMontenegro hanno manifestato il loro desiderio di aderire. La NATOha chiarito che, affinché ciò si realizzi, devono soddisfare lecondizioni stabilite dalla NATO, prima fra tutte la pienacollaborazione con il Tribunale penale internazionale per l'exJugoslavia a L’Aia.

In quinto luogo, il partenariato devecontinuare ad adempiere alla sua funzione originale, e fornire unforo di consultazione con i partner su questioni che costituisconole priorità tra le attuali preoccupazioni di sicurezza. Ilpartenariato dispone di una serie di meccanismi utilizzabili perriunioni fra tutti gli alleati ed i partner, o in gruppi piùristretti ma a partecipazione libera a seconda degli argomenti indiscussione. L’interesse per questi diversi meccanismi va mantenutoda parte dei partner e degli alleati.

Nelle più recenti riunioni dell’EAPC a livellodi ambasciatori tenutesi quest’anno, si sono affrontate una seriedi questioni di importanza fondamentale tanto per gli alleati cheper i partner, inclusi gli sviluppi nei Balcani, la nonproliferazione delle armi di distruzione di massa e la lotta controil terrorismo. L'EAPC ha anche appena stabilito di istituire unnuovo Foro di sicurezza dell’EAPC, che si riunirà una volta l’annoad alto livello per discutere importanti questioni di sicurezza ecome la NATO ed i suoi partner possano meglio affrontarleinsieme.

La politica di partenariato dell’Alleanza incontinua evoluzione ha avuto un enorme successo nel contribuire amodificare il contesto strategico nell'area euro-atlantica.Promuovendo l’interoperabilità politica e militare, il partenariatoha contribuito a creare un’autentica cultura di sicurezzaeuro-atlantica - una forte determinazione a collaborarenell’affrontare le fondamentali sfide alla sicurezza, all’interno eal di fuori della comunità di nazioni euro-atlantiche. Dato che i26 alleati e i 20 partner continuano a crescere insieme,aumenteranno la loro capacità nell’affrontare queste sfide comunicon risposte comuni. Il vertice di Istanbul confermerà questatendenza e indicherà la via da seguire.

Robert Weaver è capo della sezioneQuestioni politiche e rapporti con i paesi nella Divisione affaripolitici e politica di sicurezza della NATO.

* La Turchia riconosce la Repubblica di Macedonia con il suo nome costituzionale.