Rimanere validi
- Italian
- Bulgarian
- Czech
- Danish
- German
- Greek
- English
- Spanish
- Estonian
- French
- Hungarian
- Icelandic
- Lithuanian
- Latvian
- Dutch
- Polish
- Romanian
- Russian
- Slovenian
- Turkish
- Ukrainian
Jonathan Parish ci offre un resoconto personale di entrambe le trasformazioni, della sua e di quella della NATO.
La navigazione era facile. Tutto ciò chedovevo fare era tenere la grande recinzione alla mia sinistra eproseguire verso sud. Il mio passeggero apparteneva al Servizio difrontiera inglese e conosceva ogni pollice di quella recinzione. Ilmio compito consisteva nel sorvolare con lui il nostro settore cosìda consentirgli di controllare ogni insolito segno di attivitàdall'altra parte. Ma non si trattava di una normale recinzione -questo era il Confine tra le due Germanie nel marzo 1983 - ed ognimossa del mio elicottero Gazelle dell'esercito inglese venivaesattamente ripetuta dall'altra parte del confine da un elicotterosovietico Hind.
Nei successivi sei anni ho volato sugli elicotteri anticarro nellaRepubblica federale di Germania. Ogni mattina cominciava con lastessa routine: previsioni meteorologiche della zona, e poi unostudio particolareggiato dell’equipaggiamento militare del Patto diVarsavia e della NATO così da essere in grado di distinguerli traloro sul campo di battaglia nel caso lanciassimo i nostri missilianticarro.
Dopo la mia permanenza in Germania e l’addestramento nel RegnoUnito, nel 1990 fui assegnato allo SHAPE. I miei collegi miprendevano in giro dicendo che il mio golf non avrebbe potuto chemigliorare perché SHAPE stava per “Superb Holidays At PublicExpense” (superbe vacanze a spese dello stato). Questa eral'immagine generata da oltre 40 anni di Guerra Fredda: staticiquartier generali della NATO, opzioni militari pianificate inanticipo e responsabilità gerarchizzate. I piani per sconfiggere inumerosi carri armati sovietici nelle pianure della Germaniasettentrionale non richiedevano che piccoli aggiornamenti, così imiei predecessori, quando non erano in vacanza, si erano dedicati aridurre i loro handicap nel golf.
Comunque, sono arrivato a SHAPE ad un anno dal crollo del Bloccosovietico e poco dopo la Dichiarazione di Londra su unaAlleanza Nord Atlantica trasformata. E mi è stato subitochiaro che la NATO non era più la stessa organizzazione di quandovolavo per pattugliare il confine. La trasformazione della NATO eragià cominciata.
Ma cosa vuol dire trasformazione? Sembra che voglia dire cosediverse a seconda dell’interlocutore e non sono riuscito a trovareuna definizione standard dell'Alleanza per tale termine. Sareipropenso a pensare che lo scopo della trasformazione sia quello ditenere l'Alleanza adeguata al contesto di sicurezza e in grado dicompiere efficacemente i ruoli che desidera assumere.
I cambiamenti avviati dalla Dichiarazione di Londra nel1990 erano stati determinati dalla fine della Guerra Fredda. E lisi può sintetizzare come un cambiamento da un approccio allasicurezza, difensivo e reattivo, ad uno più attivo e focalizzatosul diffondere sicurezza e stabilità. Mentre l'impegno per lasicurezza collettiva incarnato nel Trattato di Washingtoncontinuava, e continuerà ancora a sostenere l'Alleanza e ad unireEuropa e Nord America, la trasformazione della NATO nell'ultimodecennio del XX secolo si manifestava più visibilmente nelpartenariato e nella gestione delle crisi.
La gestione delle crisi mi ha tenuto occupato durante gli anni‘90. A SHAPE, agli inizi del decennio, fui coinvolto nel primodispiegamento operativo della NATO quando venne fornito appoggioalla Turchia durante la prima Guerra del Golfo. Fui anche coinvoltoquando la NATO fornì per via aerea aiuti umanitari all’ex UnioneSovietica. E lo fui ancor più allorché la NATO divenne sempre piùcoinvolta nei Balcani, inizialmente per sostenere il monitoraggioONU delle armi pesanti, poi per controllare la zona di "nonsorvolo", e successivamente con operazioni navali per sostenere lesanzioni dell’ONU.
Alla fine di quel decennio, ebbi un incarico nazionale e passai acomandare un reggimento di elicotteri. A questo si aggiunseun’ulteriore attività determinata dal ruolo di gestione delle crisidella NATO: dispiegamenti operativi in Bosnia Erzegovina come purel’intervento in Kosovo.
All'inizio di questo decennio, sono stato destinato presso loStato maggiore militare internazionale della sede della NATO. Èstato là che ho vissuto il successivo stadio nella trasformazionedella NATO con la decisione dell'Alleanza del 2002 di uscire dallasua geografica camicia di forza euro-atlantica. Ma rimasi sorpresoche in tanti parlassero allora, e continuano a parlarne ora, diPraga come del vertice della trasformazione. Per me,Londra aveva già stabilito la rotta; Praga ne rappresentava unaconferma.
La minaccia del terrorismo ed i pericoli costituiti dallaproliferazione delle armi di distruzione di massa mostravano che lasicurezza degli alleati era diventata sempre più dipendente daeventi lontani dal loro territorio nazionale. A Praga, l'Alleanzaha riconosciuto ciò e quindi si è adattata di conseguenza. Hacostituito parte di questo adattamento comprendere che, di fronte aqueste nuove minacce, occorre la più ampia cooperazione possibile,non solo con gli stati, ma anche con altre organizzazioni edistituzioni internazionali. Da qui l’invito di Praga a "nuovimembri" e a "nuovi rapporti".
Ma questi settori di trasformazione stavano solo approfondendo icambiamenti che già avevamo intrapreso: non erano delle iniziativedel tutto nuove. Nel 1990, a Londra, la NATO era una Alleanza di 16paesi; a Praga si era passati già a 19. Nel 1990, la NATO avevadato l’avvio ad una vasta politica di partenariato, tendendo unamano amica ad Est. Nel 1994, la mano amica era stata tesa a Sud, aipaesi dell’Africa del Nord e al Medio Oriente (e lo scorso anno, aIstanbul è stata tesa pure agli stati della regione del Golfo).Inoltre, a Praga, la NATO aveva già preso il suo posto nella retedi organizzazioni internazionali, cooperando in modo crescente conl'Unione Europea, l'Organizzazione per la sicurezza e lacooperazione in Europa, e le Nazioni Unite.
Analoga storia per le "nuove capacità". La decisione di Praga dicreare la Forza di risposta della NATO costituì uno sviluppo logicoper dare risposta all’appello di Londra di creare delle forzemultinazionali assai mobili e versatili, che aveva già condottoalla creazione delle Unità di reazione rapida del Comando alleatoin Europa (ARRC). I cambiamenti nella Struttura di comando dellaNATO annunciati a Praga si basavano su una precedente decisionenegli anni ‘90 di ridurre a due i tre principali Comandi dellaNATO, eliminando il Comando alleato della Manica. L’Impegno sullecapacità di Praga si focalizzava sulle capacità richieste perdifendersi dal terrorismo e per dare un ulteriore impulsoall'acquisizione di migliori equipaggiamenti, dopo quello già datocon l’Iniziativa sulle capacità della difesa nel vertice diWashington del 1999 (in quell’occasione tre nuovi membri aderironoall'Alleanza e venne approvato il nuovo Concetto strategico dellaNATO.).
In retrospettiva, sia Londra che Praga possono essere consideratedelle reazioni ai cambiamenti avvenuti intorno alla NATO. LaddoveLondra è stata una risposta alla fine della Guerra Fredda, Praga hacostituito una risposta agli attacchi terroristici dell’11settembre contro gli Stati Uniti. Pertanto Praga non è statail vertice della trasformazione, ma ha assicurato chel'Alleanza rimanesse sulla via intrapresa a Londra – assicurarel’immanente validità della NATO nel momento in cui intraprende deinuovi ruoli e in cui acquisisce le capacità necessarie per attuarliefficacemente.
Dobbiamo, comunque, ammettere che anche l’accesso ad illimitatequantità dei più avanzati armamenti in campo militare sarà privo divalore se gli Alleati non sono d'accordo su quando e come usarli. Irecenti eventi hanno mostrato che nell’ambito della NATO ci sonoanche dei cambiamenti che ora richiedono un’attenzione di tipo"trasformazionale". Mentre le minacce del passato hanno unito glialleati, le attuali minacce possono dividerli, come ha dimostratola crisi in Iraq del 2003. E’ perciò essenziale che una comunevisione, un comune modo di valutare ed un comune senso dello scoposostengano i ruoli e le capacità della NATO. Per questo motivo ilSegretario generale ha recentemente avviato una campagna perpromuovere il dialogo politico nella NATO, e gli alleati hannomanifestato l’intenzione di rafforzare la componente politicadell'Alleanza presente nella Dichiarazione di Londra del1990.
In conclusione, credo che la Dichiarazione di Londraabbia rappresentato la genesi della trasformazione in corso dellaNATO e che Praga ha fatto sì che il processo andasse nella giustadirezione. Il mio lavoro, nel corso degli anni, mi ha coinvoltonelle conseguenze di molte delle iniziative di trasformazioneavviate da questi vertici. Comunque, ho l’impressione che tuttequeste iniziative saranno prive di valore a meno che la NATO non sitrasformi urgentemente per promuovere un maggiore dialogo politico.Non si troverà mai una posizione comune fra gli alleati se questievitano le controverse questioni politiche e di sicurezza.Nell’attuale contesto di sicurezza, questi problemi vanno discussi,quanto prima ed ampiamente. Se gli alleati non sono preparati adaffrontare la sfida di dibattere questi problemi nella NATO, alloral'Alleanza perderà la sua validità e si dovrà trovare una sedealternativa. Sono convinto che la NATO è la sede ideale per questidibattiti, ma sono anche preoccupato che se non la usiamo, laperderemo.
PS Anch’io mi sono trasformato. Lo scorso anno ho sostituito lamia uniforme militare con un grigio abito civile e l'arma piùpericolosa che ora mi è consentito di maneggiare è una matita benaffilata. Ad altri giudicare se sono rimasto valido ecapace.
Jonathan Parish è un alto funzionariodella pianificazione nella Sezione pianificazione politica epreparazione dei discorsi della Divisione affari politici epolitica di sicurezza della NATO.